Billy, abbaia

BILLY, ABBAIA!
Billy, abbaia! Col punto esclamativo. E con la virgola fra il nome e il verbo. Il punto sta tutto qui. Perche'? Beh, perche' se non ci mettiamo la virgola la frase diventa un'affermazione e invece...
Quel pomeriggio Genoveffa torno' come sempre a casa il venerdi' con un gruppetto di amici. Genoveffa. Non vi piace il nome? A dire il vero nemmeno a me piace tanto, ma era il nome preferito della mia nonna. E per questo l'ho scelto per questa storia. Genevieve. In francese, effettivamente, suona meglio e poi chissa' a quale Genoveffa pensava la mia nonna. Lo cercheremo dopo.
Torniamo alla nostra storia. Genoveffa lascio' lo zaino nel corridoio e cosi' fecero anche i suoi amici lasciando un bel mucchio accanto alla porta come sempre.Fecero per andare a giocare in giardino quando uno di loro, guardando lo specchio, disse agli altri ad alta voce:
"Guardate! sullo specchio qualcuno ha scritto BILLY! ABBAIA! col punto esclamativo. E lo ha scritto col rossetto."
Un mistero vero e proprio. Genoveffa era sicura che quella mattina la scritta non c'era. Quindi decise di mettersi a capo della squadra investigativa e raduno' tutti gli amici in soffitta.
""Per prima cosa dobbiamo capire dove hanno preso il rossetto.
"Sara' quello di tua madre?"
"Mia madre non lo usa mai. Lo devono aver portato da fuori. Ma ci servono anche altri indizi. Piero scendi giu' e col telefonino scatta una foto alla scritta. Mi raccomando stai attento! Il colpevole potrebbe essere a giro. Poi manda la foto a tutti i membri del gruppo."
Dieci minuti dopo avevano tutti la scritta sullo schermo dei loro telefonini.
"Qualcuno riconosce la scrittura?"
Nessuno aveva la minima idea di chi potesse essere.
"Allora dobbiamo indagare piu' a fondo! Dividiamoci e cerchiamo ognuno in una stanza diversa. Mi raccomando attenzione. Il primo che trova qualcosa manda un messaggino agli altri. "
Assegno' le stanze e partirono. Ad un certo punto:
BIP! Salotto!
E tutti andarono al piano di sotto. Simona aveva trovato un quaderno nell'angolo accanto alla finestra che dava sul giardino. Era tutto accartocciato, ma riuscirono ad aprirlo. Era un quaderno di matematica. I numeri non aiutavano, ma il problema era stato scritto con la stessa calligrafia. Erano sulla strada giusta.
Infatti poco piu' in la' trovarono il libro di italiano, poi un astuccio, poi qualche altro quaderno fino a che trovarono rincattucciato sotto l'albero delle mele Billy con la coda fra le gambe.
Eh, direte voi, i cani non sanno scrivere. Se per questo, anche certi bambini. Ma andiamo avanti. Vero che questa e' una storia e qui i cani sanno anche fare di conto pero' avevate indovinato. Billy non era un cane.
Si era intrufolato in casa passando dalla staccionata del giardino accanto ed entrando dalla finestra aperta mentre il babbo era tutto concentrato sul suo lavoro. Il rossetto era quello di sua madre. Ne aveva cosi' tanti che non se ne sarebbe accorta. Come nessuno si accorgeva di lui. Solo i bulletti della scuola sembravano sapere sempre dove era e quella era l'ultima presa di giro.
Lo inseguivano gridandogli:
"Billy, abbaia!"
E allora che fecero? Tutti insieme in gran silenzio cercarono quei tre e si
nascosero intorno e poi tutti insieme
BAU BAU BAU!
E quei tre mascalzoni fuggirono a gambe levate.