Gertrude e Genoveffa
Spiego' le vele. Annuso' l'aria con la prua, poi si lascio' andare alle correnti. Un gabbiano gli taglio' la rotta e manco' poco non battesse il becco contro l'albero maestro. Una virata e via.
"Non ti allontanare troppo!"
"Quando mai...mi sono allont..."sbuffo' con la tormentina e la voce si disperse fra le onde. Punto' il fiocco verso il mare aperto. Inclino' la randa ad una folata. Mai mai, forse no. Troppo, poi, bisognava vedere secondo chi. Isso' lo spinnaker prima che si facesse sentire la voce del padre e aumento' i nodi.
Dall'altro lato della baia se ne andava allegramente col suo gennaker steso al vento un'altra barca a vela. Leggera e agile saltava sulle piccole onde che infrastagliavano la superficie del mare in quella bella giornata di sole.
Un promontorio dopo l'altro, un'insenatura dopo l'altra, le due barche a vela procedevano spensierate godendosi i raggi del sole che su dal cielo sembrava proprio sorridere quel pomeriggio.
All'improvviso, delle nuvole nere si ammassarono proprio sopra di loro. Troppo vicini entrambi al promontorio principale per tornare indietro. La nebbia si infitti'. Si senti' il primo muggito del faro. Sobbalzarono entrambe.
Le onde diventavano sempre piu' scure e minacciose. Non c'era che rintanarsi nelle due piccole baie ai due lati del promontorio e passare la notte li'. E cosi' fecero.
Ammainarono le tormentine e controllarono il tangone. Ancora troppo piccole per bordeggiare il vento. A casa erano sicuramente preoccupati, ma la soluzione piu' prudente e saggia era quella di aspettare l'alba sperando che il vento si quietasse e le onde si placassero. Avrebbero studiato il vento la mattina dopo. Sbadigliarono con la prua e misero la poppa comoda.
La notte era quasi passata, quando notarono un canale luminoso che si allungava sempre di piu' all'orizzonte. Si stropicciarono gli occhi. Si assestarono meglio sulla poppa per guardare alla distanza.
Un enorme rettangolo bianco apparve alla distanza. Avanzava con una certa lentezza ma dopo poco lui lo vide scomparire dietro il promontorio e lei apparire. Sempre lontano all'orizzonte. Dove si fermo'.
Una veloce annusata al vento e spiegarono i rispettivi fiocchi tormentine ammainate, sospinti solo dal vento della curiosita' che soffiava sotto i loro boccaporti. Poi, destreggiandosi sui venti, cominciarono a girare intorno al mastodontico esemplare che le spiava, bonaria, dai suoi oblo'.
"Ohi!" "Ohi!"
Esclamarono all'unisono sobbalzando su un'onda. A forza di girare alla fine si erano trovate. La nave cargo' sbotto' in una risata.
Le due barche si guardarono, poi presero coraggio insieme e le chiesero chi era.
Gertrude spiego' loro che cosa era un cargo.
Che cosa trasportava? Che rotta stava facendo? Aveva fatto altre rotte? Il viaggio piu' pericoloso? Dove era stata costruita? Aveva anche lei un timone? E un'ancora? In che cantiere era nata?
Gertrude rispose a tutte le domande. Il tempo era passato piu' velocemente del solito quella volta grazie alla vivace curiosita' dei due.
I pirati esistevano davv...?
Non fece a tempo a finire la domanda che Gertrude emise un profondo e prolungato suono con la sua sirena. Al quale nella distanza ne rispose un altro.
E la videro apparire. Rossa e mastodontica piu' di Gertrude.
Genoveffa accosto' la sua vecchia amica. No, non poteva restare e raccontargli delle sue di avventure. Avevano un carico da consegnare e dovevano partire subito. Avrebbero fatto parte della rotta insieme. Si salutarono.
Mentre si allontanavano, si sentirono tre rapidi, e stizziti, colpi di sirena.
Zio Crabber! Era venuto a cercarla. Rapidamente furono fatte le presentazioni. Poi lo zio lancio' un bengalese di rassicurazione al porticciolo dove abitava il piccolo veliero. Veliero. Parolone si', ma dopo quell'avventura era salito di grado. Almeno di nome. Lo riaccompagno' a casa. I due nuovi amici si salutarono, promettendosi di rincontrarsi a quel promontorio per affrontare insieme nuove avventure.
Passarono gli anni e un bel giorno lui si presento' con una bella randa rosso fiammante. Meno male, che lei aveva proprio una bella tormentina.
