Invito

SETTE E PALLIOTTO

Nota per il lettore. Se ci siete stati, chiudete gli occhi e immaginatevi nella chiesa di San Lorenzo a Firenze

Gironzolava annoiata, si metteva a sedere, si alzava e poi ritornava a sedersi. Le parole echeggiavano leggere nell'aria e poi si volatilizzavano come delle nuvolette di fumo. Il gruppetto si faceva sempre pou' stretto intorno alla guida, che, senza disturbare la quiete del luogo, cercava di farsi sentire dai suoi numerosi e curiosi ascoltatori.

"Dietro di voi, in alto" una quarantina di teste si girarono verso il portone alle loro spalle "potete vedere un balconcino. Da secoli non piu' usato nel..., la data ci sfugge scusateci, attenti e curiosi lettori, era da li' che il prete si affacciava per le benedizioni Pasquali. Adesso seguitemi, il tempo stringe. "

Fece cenno al gruppo di accelerare un po' il passo e si incammino' verso la navata sinistra. Si fermo' davanti ad un dipinto moderno e comincio' ad illustrarne il contenuto.

Nel frattempo, intrufolandosi da chissa' dove, un uccellino dalle piume colorate si era posato sulla balaustra. Non appena il gruppo si defilo' lungo la colonnata, si fiondo' diritto diritto sulla bambina che si era attardata e che stava picchiettando su un piccolo schermo luminoso.

Poi di nuovo in picchiata verso l'alto, col suo paraorecchie nel beccuccio.

Destata dal brusio che improvvisamente aveva colto la sua attenzione, e dai passi che echeggiavano sul pavimento di marmo, alzo' lo sguardo. Lo vide occhieggiare col "suo" paraorecchi. Allungo' il collo, si tiro' su sulle punte dei piedi, ma i centimetri acquisiti l'anno precedente non l'aiutarono.

L'uccellino volo' verso il basso. Prima si poso' su una panca, poi sulla cassetta delle offerte, poi sul mobiletto dove venivano tenuti i messalini e poi saltello' veloce verso la porta laterale. La bambina dietro. Un balzo in avanti lei per cercare di acchiapparlo, un balzo in avanti lui.

E avanti cosi', fuori lungo la parete laterale poi lungo i muri del chiostro. L'uccellino saltellava nascondendosi dietro le colonne. Giu' per degli scalini e poi lungo un altro corridoio.

All'improvviso spicco' il volo e si infilo' in una finestra. Giusto giusto ci passava anche lei. Strizzo' la pancia. Si alzo' sulla punta dei piedi. E via! Il tempo di saltare giu' ed era sparito.

Si guardo' intorno. Uno stanzone ampio immerso nella semioscurita' con delle arcate laterali da cui si intravedeva della luce farsi largo fra le strette grate delle finestre.

La percorse un po' verso sinistra un po' verso destra. Sembrava non avere ne' una fine ne' un inizio. Ne' in una direzione ne' nell'altra. Rimase ferma, incerta sul da farsi.

Qualcosa volo' leggera vicina vicinissima, tanto vicina da solleticarle il naso. Guardo' in basso. La raccolse.

"Bella..." sussurro' pensosa tenendola sul palmo della mano e proteggendola con l'altra.

Rosso intenso.

Bella...rossa bordata d'oro...bella...blu...bella...blu bordato d'oro...bella...rossa e blu...bella...dorata...bella...rossa e blu e bordata d'oro

raccogliendole delicatamente e aggiungendole alle altre. Le teneva tutte nel palmo della mano, anzi nei due palmi, tenute strette per non farle volare via, ma anche con grande delicatezza.

Nel silenzio assoluto si guardo' intorno e noto' una piccola cassapanca. Sopra di essa, una tovaglia immacolata e sopra a questa, posto un po' lateralmente, un pezzettino di stoffa sempre quadrato e altrettanto immacolato. Lo prese e vi ripose le piume. Sempre domandandosi dove si potesse essere andato a cacciare l'uccellino dispettoso.

Un velo luminoso si staglio' piano piano alla distanza. Istintivamente, e trepidante, lo segui'. Una piccola scalinata con 3 gradini si apri' davanti a lei. Scese cautamente. Uno, due, tre.

Un bagliore la trafisse. Poi un'elegante signora assisa su un trono le sorrise da dietro una grata, e, strizzatele l'occhio, le fece cenno di prendere un corridoio sulla destra.

Fiduciosa e incuriosita si avvio', sotto l'occhio che ancora la seguiva. Una porta ad arco. Entro'. E li vide tutti li' appollaiati ognuno sulla sua seggiolina rossa. Frementi in un silenzio teso. I becchi fissi verso un tavolo su un piano rialzato.

Sul tavolo l'uccellino stava zampettando su e giu' nervosamente in piccoli cerchi. Meditabondo. Pensoso. Ogni tanto rivolgeva in alto gli occhietti preoccupati.

All'improvviso si senti' un gran cinguettare ed il fruscio frenetico dell'agitarsi delle ali. L'uccellino si giro' e la vide anche lui. Un'ombra grigio argentata che passava davanti alla finestrella in alto con la grata. Lenta ma a passo sostenuto. Felpato. Coda puntata in alto. E spari'.

L'uccellino le fece cenno col becco di riuscire dall'arco da cui era passata e lei la segui' di corridoio in corridoio risalendo i gradini e poi lungo altri corridoi.


Alla fine, passando per chi sa quale lungo passaggio, la vide sparire dentro un portoncino. Lei sempre dietro. Si ritrovo' di nuovo dentro l'ampio edificio col soffitto a cassettoni.

La segui'. Si fermo' davanti ad un dipinto. Si sedette sul posteriore. Giro' leggermente la testa verso sinistra con un orecchio puntato verso l'angelo. Punto' poi la coda diritta ad incrocio verso una figura femminile, piego' la punta e poi come a rovesciarla l'apri'.

La bambina apri' il rettangolino di stoffa e fece per liberare le piume. Si senti' invece un tonfettino sordo sul pavimento.

Le raccolse. Erano tre tavolette di pietra con inciso una per tavoletta

Atti 20:28 31. 1 Cor 16-13. Matteo 5:8

Nel frattempo Paliotto si era dileguato e, tornato fulmineo da dove era arrivato, infilatosi fra le grate si avvento' sull'uccellino. Il cuore di marmo gli si trasformo' in un cuore di pietra serena.

Salmo 47:8

E cosi' fu anche per gli altri uccellini.

INVITO

Era ormai la centesima volta, se non di piu', che leggeva quel libro sulle spiagge coralline che il babbo le aveva regalato per il suo settimo compleanno. Leggere. Ci si appoggiava, stando con la testa sul palmo delle mani reggendosi sui gomiti e poi la dovevano scuotere dai suoi sogni per chiamarla a pranzo o cena.

Cena. Ancora di tempo ce ne era e le giornate erano tutto sommato ancora abbastanza lunghe. Andava in giardino no? Per quanto grande. Si diede una rassettatina alla chioma lucente e scelse un fermaglio di un altro colore. Si guardo' bene nello specchio e ando'. Non si sa mai.

Infatti, fatti pochi passi noto' una bellissima foglia rossa amaranto. La prese e la giro'. Ma guarda che strano. Una lettera. Non una lettera intera, ma una bella P. La prese delicatamente e poi passo dopo passo ne trovo' delle altre sparse in qua e in la'.

Quando ne ebbe un bel mucchietto, e sembrava proprio non ce ne fossero altre a giro, si mise sotto l'acero e le dispose in ordine. Sembrava proprio quasi che, ma si', messe in ordine formavano delle parole. E le parole frasi e c'era proprio il suo di nome.

PER LA SIGNORINA...PREGIAMOCI INVITARLA SI PRESENTI ALLE 18 AL POZZO.AFFETTUOSAMENTE...

La firma non si leggeva. Come sempre, e come i fratelli, si avvicino' al luogo dell'appuntamento o delle esplorazioni, mandando avanti chi aveva firmato tutte queste storie. Sora Prudenza. Che la sorellastra Paura non ci doveva legare le gambe, e con l'aiuto di Testolina sempre all'erta.

Piu' si avvicinava piu' era chiara all'orecchio quella musichina che gia ' aveva sentito altre volte e che si era chiesta spesso che cosa fosse e da dove venisse. Ad accoglierla, una lucertola con tanto di farfallino al collo.

"Prego. La aspettavamo. Si accomodi qui, nel secchio, che la portiamo giu' piano piano."

Lei penso' un po'. A casa non aveva detto niente. Non c'era niente che la insospettisse. Pero'.

"Aspetta un attimo che non sono pronta." E afferro' un rametto adunco abbastanza lungo e resistente con cui tirarsi su, da sola, nel secchio casomai se ne fosse voluta venire via prima.

Intanto a casa, la mamma che non la vedeva da un po', ed era piuttosto puntuale, sempre secondo i tabellini e tempi paterni, chiamo' i due che nel frattempo si erano goduti un pomeriggio a dir poco fantastico senza una femmina, e pure sorella, fra le scatole.

Uscirono e cominciarono a girare per il giardino cercandola nei suoi nascondigli preferiti. Compreso quello che sapevano essere il suo preferito in assoluto, ma che non le avevano mai detto di aver scoperto. Pace, se vinceva lei a nascondino.

Sentirono e seguirono quella musica fino al pozzo dove trovarono il suo fermaglio impigliato in un ramo vicino. Allora si calarono entrambi.

Non possiamo dire che il loro arrivo fu accolto con lo stesso sorriso che aveva accolto la sorella. Primo, perche' non erano sulla lista degli invitati. Secondo, perche' il primo gli era saltato diritto diritto sul piatto dei bigne' ed il secondo, per bilanciarsi con un piede, gli aveva buttato giu' ben tre bottiglie di succo di mirtilli.

Ciononostante, furono ben presto dei loro. Sbollite le bollicine della scocciatura. Che anzi, finito il cha cha cha, la mimma si scuso' e si fece riportare su nel secchio. Ringrazio' dell'invito e della bellissima serata. Poi, tornata a casa, si assetto' con la mamma sulle sedie della cucina e insieme scelsero dai 115 libri di cucina che cosa cucinare per quei due il giorno dopo. Sarebbero tornati parecchio affamati dopo una notte intera a ballare la rumba con gli gnomi del pozzo