Ruderello

20.10.2018

RUDERELLO

"Ma...ma torniamo per l'ora di pranzo!" continuarono i tre in coro prima di fiondarsi fuori come tre schegge a testa bassa.

Strano, quella mattina non si vedeva nessuno a giro per il paese. Nessuno degli altri bambini e bambine che si radunavano nella piazzetta per fare i soliti giochi di un tempo. Inutile dire quali, se ci avete giocato anche voi.

Si guardarono e, in un lampo, si accordarono. La strada nel bosco, quella che da un po' di tempo volevano fare curiosi di sapere dove portava. Occhio alle lancette. Sarebbero arrivati fino a...calcolando il tempo che ci voleva per il ritorno. Si misero in marcia, il piu' piccolo a fare da apripista, il grande che teneva la mano della bambina. O era la bambina che teneva quella del grande?

Cercando di non fare ruzzoloni su sassi e ghiaia in discesa, i tre, dopo qualche tornante, videro in distanza un piccolo rudere e decisero di avvicinarsi per vedere cautamente che cosa fosse. Vipere! Un'altra delle cose pericolose nella lista che si tenevano bene a mente. Tutte le volte che mamma gli aveva ripetuto anche questa, non c'era bisogno di carta e penna.

"Aiuto! Aiuto! Aiuto!"

Si guardarono intorno, ma non videro nessuno. Solo delle testoline con la peluria bianca e gli occhietti neri.

Pochi passi dopo.

"Aiuto! Aiuto! Aiuto!"

Niente. Solo le voci e un cespuglio di bacche rosse.

Andarono avanti. Il grande prese per la mano il piccolo. La bimba era rimasta un po' indietro. Un bel pino le aveva sorriso dal ciglio della strada e lei se ne stava li' a sorridergli aspettando che lui la sollevasse coi suoi rami.

"Presto! Andiamo" la incalzarono i due e lei obbediente gli trotto' dietro voltandosi ogni tanto per salutare l'amico con il braccio. Prima di girare il tornante gli lancio' anche un bacino.


Mentre circospetti si avvicinavano al rudere pfffffffff pffffff pffffffff

I capelli dei due maschi cominciarono a imbiancare e i piedini della bambina cominciarono a diventare rossi.

"Fuggiamo!" e via si allontanarono veloci come il vento.

Intanto, Ruderello li guardava da dietro la recinzione, tutto scocciato perche' questi tre gli erano sfuggiti.

Stanchi e accaldati, si sedettero su dei sassi che trovarono lungo la strada. Che fare? Indietro non potevano tornare. Potevano tagliare per il bosco? O continuare per la strada? Ma dove andava? E non passava nessuno a cui chiedere.

Scoppiarono a ridere guardandosi i capelli grigi e i piedi rossi. Poi, tornarono pensierosi sul da farsi. I minuti passavano.

"Proviamo ad andare avanti." E si incamminarono. Dopo qualche passo, trovarono un gruppetto di ginestre a chiacchiera.

"Scusate..."

Ma quelle li ignorarono guardandosi fra di loro quasi impaurite. I tre si fecero coraggio e andarono avanti. Beh no. Facciamo finta che al tempo di questa storia i telefonini non esistevano. Esistevano, pero', altre linee di comunicazione e infatti due cipressi poco piu' in la' lungo il sentiero fecero loro cenno di avvicinarsi, ma in silenzio, senza dare nell'occhio.

Il pino li aveva allertati lanciando il segnale di ramo in ramo.

"Non so come e perche' ma sembra proprio che voi siate gli unici bambini immuni ai malefici di Ruderello. Da quando e' spuntato in zona, non c'e' bambina che passi che non sia intrappolata in una bacca e bambino in un...come si chiama...insomma anche voi poco ci manca...Solo voi ci potete salvare. Andate piu' in la', e dietro la recinzione, sotto l'albero fra i fiorellini di lilla', troverete le indicazioni."

I tre partirono subito. E, come detto loro, ai piedi dell'albero trovarono un foglietto appena lasciato da una farfalla postina. Postina specializzata in missioni di spionaggio boschivo. Se li passavano di ala in ala nel battito di un secondo.

Presero il biglietto e lessero

SIAMO VERDI E SIAM MARRONI

CON LE SPINE E CON LA BUCCIA

IN AUTUNNO SOL CI TROVI.

AL SOL VEDERCI RUDERELLO

SI RAGGRINZERA' NEL SUO CASTELLO

TRE PER UNA UN PER TRE

VIVA LA REGINA VIVA IL RE

Cosa poteva mai essere? Cominciarono a cercare e provarono a chiedere a tre cavalieri dalla testa grigia sui loro steli e poi a delle bacche nere che, pero', dissero:

"Noi lo sappiamo, ma lo dovete scoprire voi o l'incantesimo non sara' spezzato."

Si rimisero di buona lena a girare e osservare ogni cosa nuova. Finalmente, si imbatterono in qualcosa che le spine le aveva, la buccia verde pure ma di marrone, pero', non c'era traccia.

Il grande e la bimba si misero a confabulare fra di loro, mentre il terzo girellava intorno. Ad un certo punto PATAPUM! tiro' un bel calcio alla sfera con la buccia verde e le spine che ando' a schiantarsi contro un tronco e...

"Cosa hai fatto? E adesso...?" dissero i due arrabbiati, fino ad un certo punto. Gli volevano troppo bene, anche se erano veramente preoccupati. Poi, nel prendere l'oggetto sferico si accorsero che il marrone c'era, dentro. E i tre cavalieri si fecero sentire.

TRE DI QUESTE CERCAR DOVETE

E TORNAR DA RUDERELLO

ACCERCHIARLO VOI POI DOVETE

E TENENDOLA SALDA IN MANO

ALL'UNISONO

VIA MARRANO!

E cosi' fecero. Ruderello si raggrinzi' tutto, prese il suo castello sotto braccio e se ne ando' via.

Ad aspettarli a braccia, cioe' rami aperti, c'era la Regina delle Bacche con le sue foglie rosse e accanto a lei proprio il suo pino.

"Come ringraziarvi per aver liberato il bosco dal maleficio?" Il pino le sussurro' qualcosa all'orecchio. La Regina guardo' la bimba che guardava il pino e il pino che guardava la bimba.

"Ti daro' in sposa a mio figlio e da oggi sarai la Reginetta delle Bacche."

"E voi...e voi voi...e voi starete a guardia degli appartamenti reali."

E cosi' fu che, quel giorno, mamma e babbo si mangiarono piu' che il doppio di spaghetti.

“La vita in comune di fratelli concordi è più solida di ogni fortezza.” Antistene 

IL CANGHIACCIO

Come salvo' il grande e il piccolo la bimba? Quella, era storia quasi di tutti giorni. Una volta ne riafferrava uno una volta l'altro prima che si ficcassero in qualche guaio. Ne' vi sto per raccontare di quella volta in cui invece il piccolo, tutto da solo, riusci' a salvare il grande e la bimba dalla banda di ragni che li avevano rapiti un giorno di autunno con l'aiuto dei suoi magici occhiali.

No. Questa volta la storia e' un' altra. Dunque, quel pomeriggio cerca e ricerca il fratello non si trovava. Girarono ogni angolo della casa e ispezionarono tutti i nascondigli possibili del giardino, quando, ormai disperati verso il tramonto, una di quelle farfalle specializzate di cui gia' vi ho detto si poso' sulla spalla del piccolo e gli lascio' un messaggio.

L'OMBRA CATTIVA HA TRASFORMATO VOSTRO FRATELLO IN UN CANGHIACCIO ANDATE SOTTO L'OLMO E ASPETTATE ISTRUZIONI


I due, subito, si incamminarono verso l'olmo quando un'altra farfalla spia si poso' sulla mano della bimba

CONTRORDINE IL FAGGIO

Meno male che a scuola avevano imparato a riconoscere gli alberi dalle foglie e il tronco. Andarono allora al faggio che stava vicino al pozzo e da li' salto' fuori una lucertola.

"Psssst ascoltatemi bene."

"Ti ascoltiamo! Andate due giardini piu' in la', l'ultimo in campagna quasi, e cercate lo scoiattolo pugile."

"Come lo troviamo?"

"Seguite la scia di faine con l'occhio nero."

I due si rimisero in cammino e in effetti trovarono prima una poi due poi tre faine. Quattro..e lo videro impegnato a scazzottare una quinta. "Aspettate che finisco con questa rubapolli."

"Eccomi! Allora che cosa e' successo?"

E si fece raccontare di come l'ombra cattiva aveva preso prigioniero il fratello e lo aveva trasformato in un canghiaccio, e non cagnaccio, che cattivo non lo era mai. Massimo massimo, abbaiava fra se' e se' quando nessuno lo sentiva. Nemmeno lui stesso.

"Che dobbiamo fare?"

"Dovete combatterla ad armi pari e presto, prima che cali il sole o vostro fratello rimarra' di ghiaccio per sempre."

I due si guardarono. Certo, non avrebbe piu' rotto su compiti e altre cosucce per ordine di mamma, poteva essere una buona soluzione, ma poi la coscienza gli mordicchio' la coda per le tante cose che gli sarebbero mancate.

"Dicci!"

"Tu," si rivolse alla bimba, dovrai colpirlo di gancio destro sinsitro destro e di nuovo sinistro guarda fai come me."

E si mise sulle zampine posteriori, tenendo le superiori sollevate ad altezza diversa e muovendole alternando i colpi e anche insegnandole come schivare i colpi dell'ombra stando ben salda sulle sue zampette. Aveva anche una bella codina bionda. Ma non c'era tempo per i corteggiamenti, penso', finendo di dare le sue istruzioni.

"E io?" piagnucolo' imbronciato il piccolo tenendo le braccia conserte. "Io non servo a nulla? Sono troppo piccolo, eh?"

"No", lo riprese subito lo scoiattolo, "tu devi fare una cosa fondamentale. Piazzati su un sasso o un tronco dietro all'ombra e stai pronto a saltare, cosi' e cosi'. Mi raccomando! Devi sempre tenere accesa la lampada del suo sorriso o anche voi sarete suoi prigionieri nel tetro castello dietro la collina. E ora presto! Andate!"

"Ah, e non dimenticatevi che quando avete finito vi aspetto nella mia tana per una tazza di te' e biscotti."

E fu cosi' che i due affrontarono impavidi l'ombra cattiva e si apprestarono poi ad andare all'appuntamento con lo Scoiattolo Pugile. Il quale, pero', si era dimenticato di dargli l'indirizzo esatto.

Lo trovarono. Non prima pero' che il piccolo si trovasse a dover salvare da solo con l'aiuto dei suoi magici occhiali sorella e fratellone tutto da solo.