BOZZOLINO tratto da Fil di Zenzero

Filava filava filava. Se ne stava seduta li' crocchia e conocchia in mano e filava filava filava. Poi, ogni tanto, alzava gli occhi e se li guardava appesi li'. Tutti quei bozzolini in fila.

Una giornata tranquilla quella li'. Ancora, il campanello non si era sentito. Molto molto tranquilla. Non sembrava proprio passare nessuno. Continuo' a filare.

Certe giornate, invece, come si metteva a sedere

DRRRIIIIIIIIN DRIIIIIIN

"Arrivo!" Pensava fra se' e se' appoggiando delicatamente il lavoro e alzandosi. Poi si avviava alla porta e apertala

"Buongiorno!" se era giorno.

"Buonasera!" se era sera.

Poi tornava a sedersi. Si accomodava e riprendeva il lavoro.

"Dunque...ecco dove ero rimasta?" Si' qui.

Lo rivoltava delicatamente e guardatolo con attenzione meditava sul da farsi. Tutti uguali e tutti diversi. Ecco, questo era quasi pronto. Due o tre tocchi ed era pronto per essere appeso accanto agli altri.

Scelse una fascettina e gliela fisso' delicatamente.

Poi torno' a sedersi. Butto' un occhio all'orologio. Aveva il tempo di farne un altro? Si'. Giusto giusto e si rimise all'opera. Fra uno sbadiglio e l'altro.

Finito l'ultimo della giornata se ne ando' a dormire. Mancavano poche ore all'alba. Lavorando lavorando, non aveva sentito il ticchettio dell'orologio e la candela riluceva ancora forte col suo calore.

L'alba arrivo' e la giornata ricomincio'. Il campanello!

"Buongiorno!"

"Buongiorno!"

"Prego accomodatevi. Sono lassu'. Guardate e scegliete con calma il vostro. Appena avete deciso chiamatemi."

I due girarono un po' per la stanza e poi indicandone uno, chissa' perche' quello, insieme dissero:

"Eccolo quello li' a destra...il quarto..."

La vecchina monto' su uno sgabello, avvicino' la bocca al filo e poi ci soffio' delicatamente. Le mani pronte ad afferrarlo e passarlo in quello della coppia che, ringraziatala profusamente, se ne usci' tutta agitata e felice.

"Due? Ecco." E soffio' su due bozzolini.

La storia si ripeteva ogni giorno ogni ora. E non solo questa. Penso' la vecchina guardando un bozzolino che se ne stava li' in un angolo. Ormai non sapeva nemmeno lei piu' da quanto tempo.

Ogni volta la stessa storia. Una coppia arrivava. Girava per la stanza. Lo vedeva. Lo indicava sorridente. Lei saliva sullo sgabello, ci soffiava su ma niente. Si doveva scusare e chiedere loro di sceglierne un altro. Proprio non voleva saperne di staccarsi.

Quel giorno c'era stato un gran via vai. Si erano staccati tutti uno ad uno. Rimaneva solo lui. Il solito bozzolino appeso li'. La vecchina se lo guardava tutta contenta. Non cosi' doveva andare, ma non poteva negare quello sfarfallio interno di contentezza. Era suo o...

DRIIIIN DRIIIIN DRIIIIN

A quest'ora? non era mai passato nessuno. Come poteva spiegarlo e come faceva a dire passate domani che oggi c'e' solo lui?

Meditando queste cose ando' alla porta e l'apri'. Si trovo' faccia a faccia con due bambini. Una bambina e un bambino, per la precisione della nostra storia. Lui piu' grandicello di statura lei di capocchia.

"E voi? che ci fate tutti soli? Non avete..."

"Il babbo c'e'. Ma e' lontano". Risposero con un'aria birichina ma da bravi bambini.

"Entrate su! "disse la vecchina mesta non sapendo come uscirne.

Entrarono. Si guardarono un po' attorno. Alzarono gli occhi al soffitto e...

"OOOOOOOH" all'unisono

Lo presero al volo. Poi uscirono senza nemmeno ringraziare tanta era la felicita'. Un po' rattristata, ma felice, la vecchina si rimise a sedere.

E filava filava filava.

Chiosa. Per quella bimba che ha detto. Ma no...è brutto...una mamma che da via il suo bambino. Verissimo. Tristissimo. La figura della storia rappresenta il ciclo vitale.

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