Pazienza, quella mescolanza di coraggio morale e timidezza fisica.(Thomas Hardy)

13.10.2018

FIL DI RAFANO tratta da Fil di Zenzero

Trottava a piu' non posso, che ad andare al galoppo non ce la faceva proprio. Trucchi e pozioni ne aveva scovati ma non quello per far sparire la pancetta e cosi', ogni volta che lo chiamavano da questo o quel castello, era una sbuffata dopo l'altra. Le corte gambe doloranti. E il cuore che gli batteva forte nel petto.

Mancava davvero poco ormai. Già lo vedeva all'orizzonte il maniero. Si fermo' un attimo per consultare l'agenda degli appuntamenti. Quasi quasi se gli girava bene era pure un po' in anticipo. Decisamente in...

PATAPUMFETE

Ruzzolo' su un sasso che non aveva visto. Il nostro mago da un lato, il borsone degli incantesimi dall'altro. Si rialzo' indolenzito e zoppicante. La riprese. La richiuse dopo una rapida occhiata. Non mancava niente. E riprese il suo cammino.

"Su su via...manca poco. Un altro po' di riposo e ci fermiamo."

Poi lo accarezzo' fra le orecchie. Il cavallo la sbircio' di sotto in su. Un nitrito di paziente incoraggiamento e prosegui'.

"Non ti allontanare troppo Fil di Rafano!" Le urlo' Lady Melagrana sporgendosi dal finestrino della carrozza.

Fidarsi si poteva fidare quando le staccavano uno dei tre cavalli per farle fare una trottatina da sola. Pero', si sa come sono queste bambine. Bambine. Ormai era anche lei una giovincella, seppure la piu' piccola del manipolo a lei affidato. Un bel paio di maniche tutte, pensava Lady Melagrana sospirando sulla scia dei ricordi. Quando una quando l'altra e quando si mettevano d'accordo tutte. Sparite nel nulla. Non le aveva lasciate a chiacchierare intorno a pozzo del castello di casa? Aveva guardato giu' e tutto intorno. Poi erano riapparse come per magia correndo da chissà dove e strizzandole l'occhio per andare a rintanarsi nel salone davanti al fuoco del caminetto.

"Non ti..."

"Ecco lo sapevo! Volatilizzata. E adesso?"

Il cocchiere accelero' e giro' la curva. E la videro accanto al suo cavallo che si abbeverava alla fontana.

Lady Melagrana tiro' un sospiro di sollievo. Si stava anche facendo sera e col buio...meglio non pensarci. La radura era perfetta per trascorrervi la notte prima di riprendere il viaggio. Montarono il tendone e Lady Melagrana si appresto' a preparare la solita cena frugale dei lunghi viaggi.

Fil di Rafano, intanto, si era allontanata per cercare qualcosa di speciale da dare al suo amato. Era piuttosto goloso e anche di bocca buona. In realtà si sarebbe mangiato di tutto. Ma lei ci teneva a trovargli qualcosa di raro e delizioso che si potesse gustare.

Quella sera, invece, cerca e cerca, niente di niente. Arrivo' ad un cancello di legno. Diede un'occhiata al di là della siepe. Un bell'orto.

Si guardo' intorno attenta, poi sollevatasi la lunga gonna di raso e velluto, principesse di altri tempi, lo scavalco' e cerco' per bene all'intorno. Carrube solo carrube. Si sarebbe dovuta accontentare, che lui l'avrebbe ringraziata con un sonoro nitrito strofinandole il muso sul collo e rincuorandola. Mise la carruba nella borsetta e riscavalco' il cancello. Il contadino la guardava bonario dalla finestra della fattoria.

Di pessimo umore e mormorando fra sè e sè si riavvio' lungo il sentiero accelerando il passo. Sai che ramanzina l'aspettava? Come sempre. Al bivio si fermo' pensosa. Era venuta dalla destra o dalla sinistra dell'acero? La paura l'attanaglio' per un attimo. Un picchio si fece sentire. Dove era? Alzando gli occhi e guardandosi intorno noto' piu' avanti un grande faggio. Ecco! Era passata davanti a quell'albero! Come sarebbe stato bello farci una casetta tutta sua...

Il picchio si fece risentire. Doveva accelerare il passo o avrebbe fatto davvero troppo tardi. Si mise a correre. Alla terza svolta manco' poco si slogasse una caviglia. Su che cosa era scivolata? Un sasso? Un rametto?

Guardo' per terra e poi verso la collinetta. Sembrava essere proprio rotolata da là quella bottiglietta colorata e dal contenuto...lo annuso', delizioso. Mise anche quello nella borsetta.

"Eccomi! Eccomi!"

"Alla buonora figliola! Mangia qualcosa anche tu."

Fil di Rafano butto' giu' velocemente la sua cena. Doveva portare la carruba al suo caro cavallo. La pose nel piatto vuoto e ando' di buon passo all'albero dove era stato legato.

"Ecco! Ecco...non è molto. Solo una noiosissima carruba sai, non ho trovato altro."

Le venne un'idea.

"Sai che faccio? Guarda che cosa ho trovato!"

E verso' il contenuto della bottiglietta sulla carruba. Il cavallo diede un sommesso nitrito di contentezza e se la sbafo' in un attimo.

PUFF

Si ritrovo' un bel principe che la fissava come prima diritta negli occhi.

Lady Melagrana, come al solito, aveva osservato tutto mentre rammendava i calzini del cocchiere, cocchiere di cui voi bimbe vi ricorderete sicuramente il nome.

"Rieccoci...Permesso accordato cari." Non ci fu nemmeno bisogno di parlare.

I due l'abbracciarono, poi abbracciarono il cocchiere e salutarono le altre sorelle. Via verso il castello del principe.

Entrarono nel salone mentre il nostro mago se ne stava impacciatissimo a farfugliare davanti ai troni reali:

"Sire, io vi giuro sono sicuro, sicuro come questa mia pancetta che potete vedere tutti quanti, di aver messo la pozione magica nel mio borsone quando sono uscito dalla mia dimora questa mattina - rimestando nella memoria per cercare di capire cosa e quando fosse successo - quindi proprio non capisco..."

Il Re lancio' un profondo nitrito di qualche tonalità piu' basso di quello piu' alto lanciato all'unisono dal principe.

LA REGINA DELLE ONDE

Si tolse il suo cappellone a punta. Poi sistemò l'asciugamano sulla spiaggia, le spalle appoggiate comodamente ad uno sperone roccioso, e ci si accomodò sopra allungando le gambone lunghe lunghe. Tirò fuori il giornale fresco fresco di quella mattina dal borsone.

IL GAZZETTINO DEL MAGO MERLINO

Ormai il Mago Merlino era vecchiotto e si era ritirato per dedicarsi alla stampa. Aveva la sua pagina di consigli e raccomandazioni. Le piume di corvo andavano sempre prima pulite in un preparato di nespole o si rischiavano strani effetti nelle magie.

Poi c'era quella delle interviste. Toh la Strega Nocciola, pensò il Mago, che Nero ancora non era. Un bel paginone di intervista. Chissà che cosa aveva combinato per attirare tanta attenzione. Me lo leggerò dopo, bofonchiò, pescando un biscottino fra quelli che gli aveva preparato la Fata Turchina. Turchino come la Fata. E dal sapore veramente squisito, aggiunse raccattando meticolosamente le bricioline che si erano attaccate alla barbona.

Un sorso di estratto di barbabietola e si rimise alacremente a leggere l'inserto commerciale. Un po' cara , a dire il vero, ma quella bacchetta di ulttima generazione faceva proprio al caso suo e si adattava anche benissimo ai colori del suo mantellone. Fate voi bambini. Prendetevi un bel foglio di carta e tanti colori e sbizarritevi.

Intanto la spiaggia cominciava a riempirsi di famigliole, coppie e gruppetti di amici. Se ne stava bel bello a guardare un gruppetto di ragazzi che giocavano a pallavolo, come la facevan girare senza apparenti magie di sorta la palla, quando sentì la voce ormai un po' esasperata di una mamma provenire da dietro lo sperone.

"No! Quante volte te lo devo ripetere che non le puoi far volare..."

Ma il bambino, imperterrito, continuava a ripetere bah bah bah e agitare le mani per aria come per lanciarle in volo. Loro, invece, continuavano a brucare tranquille l'erba. Il bambino non si dava per vinto.

Un po' per aiutare quella mamma, era ora di fare il bagno che poi dovevano tornare a casa per il pranzo dalla nonna, un po' per suo proprio divertimento, il magone decise di darle una mano. Che fosse in vacanza non voleva dire che le magie fossero vietate.

E così, quatto quatto, prese la bacchetta dal borsone, mai uscire senza, poi si nascose dietro lo sperone mettendosi in direzione del gregge. Un bel respiro e sussurrò:


BEH BAH BOH BIH BEH BAH

VOLATE BELLE

AHAHAHAHAHA


E quelle, un po' stupite e smarrite, si sollevarono piano piano verso il cielo azzurro e cominciarono a vagare qui e lì un po' isolate un po' a gruppetti.

Ma senti te che belare! No, non lassù. Ma qui proprio qui. E perché si chiama la Regina delle Onde questa storia? Si è solo visto un magone e per giunta non è nero. E perché il magone è nero? E perché...e perché...e perché...Mi suggerisce un bimbo, perché viene dall'Africa. No. È caduto nella Nutella? Nemmeno, piccola. Un po' di pazienza e tutto sarà svelato.

Un po' di pazienza a voi e un po' di fantasia a me che la sto scrivendo. Sul perchè è nero ho già l'idea. Quanto alla Regina delle Onde vediamo. Storia facendo.

Anzi, cari miei, chi è bravo mi dia una mano con la matematica.

100 meno 1 quanto fa? 99. Orbene, il povero contadino si trovò con una pecora sola. Chi lo sa. Forse quel giorno avrà mangiato troppo? Fatto sta che non si era alzata in volo come le altre. Altre che avevano causato un bel fuggi fuggi in spiaggia. A casa a casa che qui fra un po' piove. Cielo a pecorelle acqua a catinelle.

Tutti arrafarrono le loro cose e si incamminarono di buon passo verso il sentiero. Tutti meno il nostro mago che ronfava come un gattone al sole e che non si era accorto di niente. Più splendeva il sole più forte russava il nostro magone. Eh sì perché le nuvolette, cioè, pecorelle si erano spostate sulla spiaggia vicina. Per poi volteggiare verso quella acccanto. Il contadino piangeva lacrime salate come il mare.

L'unica pecorella rimasta ebbe un lampo di genio lanoso. Si lanciò verso la riva e fermò con la zampina un'onda che incuriosita e volenterosa la stette ad ascoltare. In me che non si dica le onde si misero d'accordo e si misero in ordine crescente a rotolare dietro alle pecorelle. Ormai il passaparola era passato di spuma in spuma e fecero tutte squadra.

Ad un certo punto un cavallone grosso quanto il pancione del mago si alzò e bagnò tutte le pecore. Le quali, per via della lana bagnata e appesantita, piombarono tutte a terra un po' ammaccate, ma tutto sommato in buona salute. Si accovacciarono al sole per asciugarsi ben bene.

La pecorella ringraziò le onde sorelle e queste la insignirono del titolo di Regina delle Onde.

Il nostro mago? Alla fine si svegliò. Si rimise il cappellone in capo. Raccattò le sue cose e le infilò nel borsone pe poi trotterelarsene a casa per la cena. Come si trovò davanti al primo specchio. O che magia era questa? Da bianco come la luna era diventato tutto nero come il carbone.