I lunaioli di quaggiù 

15.10.2018

Quella mattina...

I LUNAIOLI DI QUAGGIU'

Quel giorno pioveva tanto ma tanto tanto. Tanto cosi'? No, di piu'. A scrosci. Il cielo era scuro come di solito non lo era che in quelle uggiose giornate di Novembre. La piazza era deserta. La gente correva di qua e di la' coprendosi alla meno peggio con la cartella da lavoro o col giacchetto. Cercava di mettersi al coperto prima possibile ed evitare imbarazzanti ruzzoloni sul selciato irregolare diventato ora piu' che mai un percorso ad ostacoli.

Una signora manca poco si mise il cagnolino da salotto in testa invece che in borsa, fermata solo dallo sguardo sbigottito di un passante.

Il padrone della giostra, piu' nero del cielo, stava chiudendo il botteghino scocciatissimo per il mancato guadagno della giornata. Afferro' l'ombrello e si avvio' verso la bicicletta dimenticandosi di fare il consueto giro di controllo.

Intanto i tre marmocchietti se la dormivano accoccolati nella macchinina di colore...il vostro preferito! in attesa che spuntasse il sole per poter fare i giri promessi. Gettoni in tasca! Almeno stavano al coperto, si dicevano i genitori," imbottigliati in fila alle casse afferrando un altro ombrello.

E invece...No, bambini. Dalle fogne ci sono gia' passati Sussi e Biribissi. E nemmeno la corsa dei cavalli. Quella e' stata raccontata in Mary Poppins. L'acqua scorreva sempre piu' veloce e all' improvviso i tre si trovarono a galleggiare per le strade della citta'. La paura iniziale ben presto scomparve e avevano cominciato anche a ridacchiarsela, quando si fece tutto buio. La notte era calata.

"E ora?"

"Guarda!" esclamarono in un sussurro, come a non spaventarsi da soli, i due piu' piccoli vedendo un cerchio giallo che galleggiava. "Prendilo!" e il piu' grande si allungo' fuori dal finestrino munito del retino da pesca che si erano portati dietro. "Per farci che..." aveva bofonchiato il padre uscendo. "In citta'!"

Un cerchio dopo l'altro la macchina si riempi' di riflessi di luna. Ne avevano anche un bel carico sul tettuccio. La pioggia si era fermata e la macchina fermata in un angolo. Adesso? che ci potevano fare?

"Intanto contiamoli!" E si misero all'opera. Il piccolo che ogni tanto gli faceva arruffare le idee con i suoi 46 58 23 lanciati così, a casaccio di suono. E ricominciarono. In tutto erano...


Di nuovo la citta' piombo' nel buio. Tranne la luna che li guardava da lassu'.

"Potremmo fare una collana di riflessi di luna" penso' la bambina. E provarono a farci un buchino per infilarli a collana, ma niente era come fare il classico buco nell'acqua.

"Mettiamoli in fila a sentiero e saltiamoci dentro!" Ma dopo qualche dolorante tentativo il grande decise che non era la proposta migliore. Troppo scivolosi.

Intanto il piccolo se ne era stato col nasino all'insu'. Che guardava? Zitto zitto anzi proprio taciturno.


Gli altri due guardarono a loro volta in alto e ebbero la stessa idea. Come arrivarci pero'? La stazione dei pompieri era li' vicino. Si intrufolarono e si misero alla guida del camion quello con la scala alta alta alta alta alta ed uno dopo l'altro sostituirono tutti i lampioni della zona con un riflesso di luna.

Il giorno dopo li ritrovarono belli cotti e soddisfatti accoccolati sul camion dei pompieri. Furono riconsegnati ai preoccupatissimi genitori. Non prima pero' di essere stati insigniti dal sindaco in persona di una menzione di onore per aver risolto 'brillantemente e con nullo dispendio per il Comune il problema dell'illuminazione cittadina'.