“Aiuta la barca di tuo fratello ad attraversare e anche la tua raggiungerà l’altra sponda.” Proverbio Indù

21.10.2018

Al risveglio, sorpresa!  

FILO D'OMBRA

Scavalco' la staccionata e si avvio' lungo il sentiero. Il sole splendeva. Soffiava un venticello leggero che rendeva la camminata ancora piu' piacevole. E cosi' trotterello' per un bel paio d'ore senza rendersi conto di essersi allontanato troppo da casa. 

Verso l'ora di cena gli altri due lo chiamarono. Niente. Non si sentiva la sua voce rispondere 'uffa vengo...' da nessuno dei suoi nascondigli preferiti. Li esplorarono tutti ad uno ad uno. Mancava pure lo zainetto preferito. E qualche frutto dalla scodellona di ceramica colorata al centro della tavola. 


E non era il solo quella sera a non essere ricomparso a casa all'ora di cena. Cercandolo in qua e la' per la campagna trovarono altri genitori, fratelli, sorelle, zie, nonni che cercavano il loro frugolotto o la loro frugolotta. 


Si appostarono su uno sperone roccioso per guardare la zona all'intorno e notarono una folla di persone che accorrevano verso il paese. Subito si scapicollarono sulla strada che portava al villaggio e fattisi largo fra la folla di adulti disperati e marmocchi sopra i 6 divertiti, videro che tutti i bambini e le bambine sotto i 6 erano diventati quasi come statue di sale. Prigionieri delle ombre. Non potevano muovere i piedi che erano come attaccati al suolo. 


Fecero il giro di quasi tutte le strade prima di trovare il loro. Scuro in volto ma deciso a non piagnucolare. Provarono a sbarbicarlo ma niente non si spostava. Allora gli chiesero cosa era successo.


Se ne stava li' sotto l'albero quando aveva sentito qualcosa di leggero invisibile frusciargli attorno e dopo un po' era rimasto bloccato li' senza potersi muovere. Come a tutti gli altri bambini del paese. La storia era la stessa.


Tornarono dal fratello e notarono un filino che si era appena appena staccato. Lo presero. Si vedeva appena nella penombra e cominciarono a seguirlo. Passo dopo passo si trovarono ai piedi di una vecchia casa. Afferrarono una scala a pioli che era dietro l'angolo e il grande sali' sempre seguendo il filo, mentre la sorella reggeva la scala.

E lo trovarono. Appisolato. Provo' a stuzzicargli un baffo. Niente. Poi un orecchio. Niente. L'altro orecchio. Conocchia si stiro', lo guardo' assonnato e emettendo un lieve ronfo fra l'ancora addormentato e lo scocciato. 


Il filo li aveva portati dritti dritti alla sua coda.

Volevano liberare i bambini? Non c'era che una soluzione. Tre piume d'oca. Da bagnare alla fonte. E poi piantare ai piedi del pavone di pietra. 


La fonte l'avevano vista. Le oche pure. Il problema era trovare il pavone di pietra e poi chissa' quale era la prova che Conocchia voleva. Eh no! troppo facile oggidi' fare una bella foto coi cellulari. Qui siamo nel mondo delle favole. E il Magone non era nei paraggi.

"Una cosa alla volta!" disse la sorella aiutando il fratello a scendere la scala dopo aver lasciato Conocchia a continuare la sua ronfata. Una cosa alla volta.

Si guardarono intorno e videro un po' di granturco ed un piccolo passaggio. Sarebbero entrati da li', poi mentre uno dava da mangiare all'oca, l'altra avrebbe delicatamente staccato tre piume.


Presto fatto. Una volta prese, c'era da cercare questo pavone di pietra. Non ricordavano di averne visti mai. Non sara' stata una storia inventata da Conocchia? Inutile discutere. Dovevano cercarlo. E alla svelta.

I piedi cominciavano a fargli male. Era un bel po' che giravano, e non sapevano se lo avrebbero trovato nelle zone che conoscevano oppure...

"Guarda! due cavalli bradi! Montiamo e cerchiamo il pavone."


E cosi' fecero. Trovarono un punto di osservazione e studiarono il territorio. "Intanto andiamo a bagnare le piume che ne dici?" " Va bene." E andarono alla fonte.

Gia' che c'erano bevvero loro e fecero abbeverare i cavalli. Non appena rimontarono, come impazziti, i due bradi si lanciarono al galoppo verso un sentiero sconosciuto e senza fermarsi o rallentare nonostante gli incitamenti dei due arrivarono prima ad un fossato che saltarono con un balzo e poi si infilarono dentro una fitta boscaglia.


Sembravano conoscerla bene pero'. Dopo poco infatti ne uscirono e i due, riaperti gli occhi che avevano chiuso per proteggersi dai rami, si trovarono su una spianata proprio davanti al pavone di pietra.


Smontarono e immediatamente piantarono le tre piume. Come aveva detto Conocchia. Una al centro e le altre due ai lati. Ognuna distante dalle altre esattamente quanto la coda di Conocchia. Poi si misero un po' piu' in la' ad aspettare domandandosi quale potesse essere il segno.

"Oh no!" sussulto' la bambina notando che i due bradi si erano dileguati. In qualche modo sarebbero tornati, la rassicuro' il fratello, che sotto sotto pero' se la stava facendo.

Un attimo dopo si senti' un grido stridulo. La roccia si apri' ed il pavone usci'.

Senza nemmeno un convenevolo, ma di formalita' avevano poca voglia, fece loro segno col becco di seguirli, e in men che non si dica, li riporto' da Conocchia lungo una scorciatoia.


Conocchia si stiro'. Sbadiglio'. Poi si sedette tutto impettito davanti al Re Pavone e disse: "Adesso dovete afferrare l'altro capo del filo e seguire me. Mi raccomando riarrotolatelo per benino ...altrimenti..."

Cosi' fecero e piano piano liberarono tutti i bambini nell'ordine in cui erano stati intrappolati nell'ombra. Arrivando all'ultimo, loro fratello.

Conocchia stacco' il filo con i suoi dentini aguzzi e con un inchino li saluto', rincamminandosi verso casa con la coda diritta.