Laggiù laggiù
"Orsù figliolo, per prima cosa, non ti spaventare."
LAGGIU' LAGGIU'
Accese la luce, ma niente. Dopo un po' sua madre entro' in camera e gliela spense. "Dormi! Dormi oppure..."
"Mi manderai dalla brutta bambina che sta nella casa laggiu' davanti alla nostra catapecchia."
Sussurro' la streghetta ancora tremante sotto le coperte di tela di ragno. Tessi tessi amico mio. E finalmente, raggomitolatasi, si addormento'.
Al mattino davanti allo specchio. Specchio specchio delle mie brame chi e' la piu' assonnata del reame? Che poi, che si era svegliata a fare a quell'ora, visto che la scuola non c'era? Giorno di festa. Li' come nel Regno delle Streghe.
"Signora, guardi, lei cosi' la rovina quella figliola." Diceva il Mago Consulente alla Mamma Strega. Non puo' raccontarle sempre sta fandonia della brutta bambina nel capannone. Le mettera' il maleficio dell'insonnia."
La signora Strega, inviperita, si alzo' e stava per lanciargli la borsetta quando si ricordo', fra uno sbadiglio e l'altro, che aveva dimenticato la scatolina delle pozioni essenziali a casa. Quindi uscendo sbatte' solo la porta del Mago che, sollevato, letteralmente senza incantesimi, se ne torno' sui suoi libroni. Su quale formula stava sperimentando?
Nel frattempo la streghetta vagava sconsolata per il bosco. Sconsolata e annoiata. Niente scuola. La TV facciamo conto che non l'avessero inventata. Tempo per pensare, penso' districandosi un nodo di paglia dal capo.
"Ehi! Mi potete dare una mano? " Ma niente. Tirarono dritti senza nemmeno rivolgerle la parola. Andiam andiam...ma quei 7 non avevano mai un giorno di ferie?
Alzo' gli occhi e la vide. Seduta su un sasso a districarsi la chioma nera come il carbone. Ma mai nera come il suo umore. Presto le due fecero amicizia e decisero di trovare un qualche rimedio. Con l'aiuto di qualcuno.
Girarono in lungo e in largo il Reame delle Favole ma niente. I topolini di Cenerentola avevano messo su una Sartoria e avevano troppi ordini da rispettare. Si arrangiassero e li scusassero. Bianca e Bernie dovevano partire per un'altra spedizione delle loro. Dumbo svolazzava per i pensieri suoi.
Trovarono il Principe Azzurro, cioe' uno dei tanti, tutto preso dal lucidare i suoi speroni e a malapena gli butto' uno sguardo. Le guardo', invece, vitreo e intenso il rospo. Prima l'una poi l'altra. Ma nessuna delle due sembrava in vena di salvifici baci. E continuo' i suoi compiti di scudiero.
Andarono al castello della Bestia ma non era in casa. Suonarono il campanello del torrione di Barbablu', ma nessuno rispose. La porta, pero', era leggermente aperta. Insieme si avventurarono caute per lo scalone e sentirono un gran bociare. Eccolo li' che si dava alla boxe con la Bestia. Le guardarono un attimo sospendendo i guantoni per aria e poi tornarono al loro.
Non sapevano piu' a chi rivolgersi. "Andiamo alla mia catapecchia. Facciamoci una bella tisana di spine di rovo e parliamo un po'." Mentre stavano sorseggiando la loro tisana, il Babbo Stregone rientro' dal lavoro. Che succedeva? Perche' cosi' moge moge? E l'amica chi era? Non l'aveva mai notata prima nel Reame delle Streghe.
"E' una bambina", gli fece notare la figlia.
"Ohibobo'" rispose il padre. Poi ebbe un'idea. E ando' a parlare col padre della bambina.
E subito quella sera misero in atto il grande piano.
"Cara, stasera devo partire per un viaggio di lavoro. Torno domani."
E la notte quatti quatti presero i letti delle mogli e li scambiarono di posto.