Il pavone Bernardo e Lu Certo La'

16.10.2018

IL PAVONE BERNARDO E LU CERTO LA'

Quella mattina, beh non proprio mattina, mezza mattina che il resto era passato fra uno sbadiglio e l'altro, una punta sbuco' dalla porta. Poi si ritiro'. Poi spunto' di nuovo e resto' in posizione un po' piu' a lungo, per ritirarsi nuovamente e poi riapparire veloce. Annuso' l'aria e dopo qualche minuto tutto il becco si mise in bella vista per chi fosse passato di li'.

Una zampa, un'altra e poi il resto del Pavone Bernardo comparve. Apri' la coda ben bene per richiuderla rapidamente. E si avvio' per una passeggiatina.

Dopo qualche passo, chissa' che ore erano. Ma l'orologio era sparito. Qualche altro passo. Aveva un po' di appetito. Quel tozzetto di pane se lo sarebbe sgranocchiato molto volentieri ma puff anche quello sparito. Un sorso d'acqua. Niente, anche quella sparita, chissa' dove era finita la bottiglietta. Mi mettero' qui, vicino a questo laghetto e mi leggero' un po' del libro.

Illustri Pavoni Illustrati

Niente! Possibile che anche quello era - non perdiamoceli questi congiuntivi - fosse sparito nel nulla? Occhio fisso e collo teso non capiva proprio come fosse successo. Stava per afflosciarsi su un sasso poco distante, quando una vocina si fece sentire.

"Torna indietro. Gira accanto al pino e guarda sotto."

Stupito rispose. "Ma chi sei?"

"Non ti preoccupare, vai!"

Ando' e sotto il pino trovo' il suo libro firmato con 'Stima e affetto dal tuo prozio Astolfo delle Pavoniere nel di' 16 Maggio 1879.'

Di zampa in zampa era arrivato nelle sue.

"Adesso volta nel primo viottolo e dopo un cento metri guarda sotto il cespuglio di alloro."

Ringalluzzito, se lo si puo' dire per un pavone, segui' le istruzioni alla lettera. E voila', lo dovette strappare ad un cardellino, ma il tozzo di pane era li'. Lo divise per spirito di gratitudine.

"E ora torna al cancello del giardino e guarda accanto al vaso delle azalee." Vuota, ma la bottiglietta c'era. La butto' via. Era un pavone ecologico.

"E ora...esci poi vai a destra alla prima gira a sinistra dopo il negozio di articoli per la casa e fra il marciapiede e la strada vicino alla fermata...continuo' la vocina..."

Affrettando il passo il pavone Bernardo arrivo' al punto indicato e ritrovo' anche l'orologio. Quello se lo era comprato da solo coi primi risparmi, guadagnato col sudore delle piume sulla testa.

Tutto contento e felice fece per aprire la coda, ma niente. Non si apriva o...strano ora che ci pensava per tutto il tempo aveva sentito uno strano formicolio.

"Ehi! Tu! Chiunque tu sia...e ora?"

"Ah si, scusa," fece la vocina. "Dunque, prosegui fino alla prossima svolta quella della piazza. Poi vai in piazza e vai alla terza statua che vedi."

Tutto affannato e anche con un crescente senso di panico, il pavone Bernardo trotto' verso il punto indicato, sempre con quel formicolio.

Arrivato sul punto, si senti' in tutto il quartiere un urlo straziante.

"La mia coda!"

Una cosa piccola verde e squamosa lo fissava per poi dare un leggero guizzo e rifermarsi.

Il pavone ammutoli' impietrito. Come la quarta statua. Ma la storia non finisce cosi'.

"Ehi!" fece la vocina sempre piu' acuta. "Ci sei? Mi senti? E tiro' una piuma."

Si risveglio' dallo shock. "Si si ci sono, dimmi."

"Ascolta. Ora prova ad aprire la coda. Fidati!"

Il Pavone era troppo scombussolato per discutere e poi fino ad adesso non aveva avuto ragione? E infatti. La sua bellissima coda riapparve in tutti i suoi colori.

Stravolta, salto' giu' una lucertola, anzi mezza. "Sai quella era la mia coda. Mi ero appisolata nella tua quando l'hai aperta per ammirarti nello specchio e non ho fatto a tempo a saltar giu' quando l'hai richiusa. Poi quando l'hai riaperta un attimo ci son rimasta incastrata. Ecco perche' ho visto dove avevi perso le tue cose."

Allibito, il Pavone la guardo' riattaccarsi con non chalance la coda. Dopodiche' i due se ne andarono a spasso a confrontare le proprie e raccontarsi di code.