La pedana del tempo

11.10.2018

LA PEDANA DEL TEMPO tratta da La Stella Rosso Gialla

C'era una volta tanto tanto ma proprio tempo fa...si' ve lo diciamo subito. In questa storia ci sono un principe, una principessa, un rospo e l'immancabile stagno. Non dite di averla sentita, pero', prima di averla ascoltata.

Dunque, andiamo avanti col racconto. La principessa era la principessa eterna bambina. Ogni mattina, quando la Regina mamma la svegliava e le chiedeva:

"E allora, oggi che ne diciamo di crescere?"

"No!"

E si raggomitolava sotto le coperte dell'eterna infanzia. Non che non facesse tutto quello che una brava principessa non dovesse fare. Piuttosto diligente a scuola. Appena aveva finito i compiti, beh si' dopo essersi guardata qualche episodio della sua serie preferita 'Telefatata', cenava con il Re e la Regina e poi si acciambellava sulla sua poltrona a leggersi pagine e pagine della sua collezione preferita di libri per principesse: 'Bambine del Mondo Reale'.

Asilo, scuole e si era pure Laureata. Ma di crescere e invecchiare proprio no. Non se ne parlava proprio.

Invece, ogni giorno piu' rugoso, lo stava diventando il Principe del Reame Accanto. Lucida la sella oggi. Dai la biada al cavallo domani. Aveva si' i suoi servitori e il suo scudiero, pero' amava fare le cose da solo. Lucidava i suoi stivali. Gli speroni ogni giorno brillavano sempre di piu'. E poi ,verso il tramonto, montava in sella al suo fido destriero e via, partiva come il vento.

Fatti i suoi giri per il Regno, tornava nel castello, buttava giu' due bocconi con il Re e la Regina e poi si chiudeva nella sua stanza e si tuffava nella raccolta per principi: 'Avventure dei Bambini del Mondo Reale.' Fatte le ore piccole, si infilava nel suo baldacchino, spegneva con un soffio la candela e in men che non si dica ronfava come un vaporetto. Oggetto che all'epoca non era stato, pero', inventato.

Quella mattina, la principessa decise di fare una passeggiata verso lo stagno. Saluto' i suoi. Cresciuta era cresciuta, ma si preoccupavano sempre. Li riassicuro' che sarebbe tornata prestissimo, beh presto, comunque non tardi e senz'altro non tardissimo. Prese al volo il piccione delle emergenze e si incammino'. Persa nei suoi pensieri. La testa sempre la'. Il mondo reale.

E la' doveva avercela anche il nostro principe. Invece di girare a destra al solito bivio prese il viottolo sulla sinistra. Bravi! Questa l'avete azzeccata in pieno. La strada portava allo stagno ed era anche piuttosto vicino il nostro quando...

All'improvviso il piccione gli passo' davanti in uno sbattere frenetico di ali. Si era dovuto allontanare dalla postazione per, ehm, ve lo immaginate e non poteva lasciare scoperto il delicato compito.

Il cavallo nitri' spaventato. Si impenno' sulle zampe posteriori, scosse la coda poi la testa e il nostro, distratto come era e colto di sorpresa, non fece a tempo ad afferrarsi alle redini e fu disarcionato. Facendo subito un volo dritto dritto sul cestino della merenda che la principessa si era portata per uno spuntino.

La nostra sgrano' gli occhi e li fisso' in quelli del rospo altrettanto sbigottito per l'inaspettato incontro. Senza pensarci due volte, e poi dicono sono favole, stampo' un bel bacio sul muso del rospo che improvvisamente si trasformo' in un bellissimo principe alto, biondo o moro come lo volete voi, e...insomma, non aveva imperfezioni di sorta.

Nel frattempo il cavallo lo aveva ritrovato. E riconosciuto dai lucidissimi speroni reali. Scosse, pero', sbigottito la criniera domandandosi chi fosse quella rugosa vecchietta che il principe aiutava a montare a cavallo.

"Perdonatemi" le sussurro' con ferma e vera delicatezza principesca, afferrandole col polso sicuro il piedino "ma ecco...aspettate che ve lo aggiusto io... era rovesciato". E le infilò dolcemente il piede nello sperone.