Merlotto e Settembrino

MERLOTTO E LE 6 GROTTE
Apri' gli occhietti. Spalanco' il beccuccio. Agito' la coda, poi si rimise le piume in ordine. Ingurgito' due vermetti al volo e si poso' su un ramo pensando a come trascorrere la giornata.
Saluto' un fringuello che passava, poi decise di piazzarsi sul torrione. Si autoinsigni' del titolo di Merlotto e poi si riimmerse nelle sue piume. Annoiato come sempre.
Ad un certo punto, vide una colonna bianca
trasparente che piano piano saliva sempre di piu'. Mai vista prima. Doveva
andare a vedere.
E trovo' una vecchietta in lacrime. La Principessa Piedino Ghiacciato, di cui lei doveva occuparsi, aveva riperso il calzino. Rosa come in tutte le favole della tradizione. Voi, poi, fate come volete.
Non che avesse idea del come, ma promise che le avrebbe aiutate. E cosi' ando' sul Tronco del Buon Consiglio a meditare. Idee non ne venivano. Pero' di li' a poco passo' Passerotto. Lo vide corrucciato. Cosa era successo? Merlotto gli racconto' del calzino e della principessa.
Non si doveva preoccupare! Chiamo' i suoi amici fidati. Si appollaiarono sul trespolo delle chiamate e ascoltarono storia e istruzioni.
Subito partirono in direzioni diverse. Il primo che lo trovava doveva appostarsi sul lampione. E cosi' fu. Gli altri lo raggiunsero. "Visto! Sono state le rane delle sei grotte. Andiamo!"
"Cra cra cra cra cra cra che volete qua?" "Il calzino della principessa."
"Cra cra cra cra cra cra non crediate sia cosi' facile!" "Cosa dobbiamo fare?" "Cra cra cra cra cra cra indovinar dovete in quale stagno e cogliere per noi bianco e rosso e poi riportarlo al nostro fosso."
Di nuovo si rimisero in volo in direzioni diverse e alla fine trovarono il bianco e rosso che insieme stavano.
Li portarono alle rane.
"Cra cra cra cra cra cra bene invero avete fatto adesso pero' capir dovete entro sera quale grotta non e' uguale oppur..."
Passerotti e Merlotto si lambiccarono le piume. La sera arrivo'. Il sole calo', ma la soluzione non la trovarono. "Cra cra cra cra cra cra or la principessa per sempre sara' un alberello dal colore viola ai piedi del lampione. Se poi un principe passera' cra cra cra cra cra..." La storia accanto saltar dovete e il finale troverete!

TRAPPO LINO
"Forza! E' tardi! Dobbiamo andare! Prendete tutto e..."
"C'e' un problema. " Si sentirono ad una sola voce.
"Un problema?"
"Si'..."
"Cioe'?"
"Ha tirato alto."
"Chi?" Lui lei lui le dita si indicavano in un intreccio di colpevolezza.
"Lasciamo stare chi. Quanto? Quanto alto? Sull'albero?"
"Piu' alto."
"Il tetto della casa?"
"Piu' alto."
"Oltre la recinzione?"
"Di piu'."
"Di piu' quanto?"
E le tre braccia puntarono su verso un grosso cerchio rosso nel cielo. Incastrato li' fra cielo e terra sulla linea dell'orizzonte. Sconsolati, i genitori si guardarono. Era un bel problema davvero, e non c'era discussione. Quel pallone andava recuperato. Come, ancora, non si sapeva.
"Beh, una cosa e' certa. Il guaio lo avete fatto voi, voi lo rimediate. Vi aspettiamo." I tre si guardarono come i tre tordi che erano stati e si incamminarono verso l'orizzonte.
Via via che camminavano incontravano altri bambini. Chi una paletta, chi un secchiello, chi una formina, chi un rastrello, chi una macchinina, chi un bambolotto, insomma tutti avevano perso qualcosa che era rimasto impigliato lassu' fra cielo e terra.
Insieme avrebbero forse risolto la cosa, no? E continuarono la loro marcia. Certo che cosi' si vedeva poco e avvistata una montagnola decisero di arrampicarcisi. Comincio' il piu' piccolo dei nostri. Su per uno speroncino.
Speroncino che, pero', si agito' e lo disarciono' soffocandosi delle risate. Il nostro non si scoraggio' e riprovo'. Una due tre quattro cinque...al sesto tentativo:
"Basta! IO sono stufo!"
E cosi' decisero di fare un bel giro di perlustrazione torno torno alla montagnola. Nel frattempo, la bambina si era avventurata per conto suo ed era salita su un'altra montagnola. Faccia a faccia o meglio faccia a muso con Trappo Lino.
"Si', questo e' il mio nome. Perche', vedi," e la fece salire sulla proboscide, "questa rete? Come mi muovo, tiro su qualcosa."
Effettivamente c'era un po' di tutto. Lo potevano aiutare?
La bambina chiamo' a raccolta gli altri e si misero seduti a cerchio per discutere sul da farsi. Passo' un bel po' di tempo prima che:
"Ahia! " si lamento' il grande. Preso in pieno. Una bambina farfalla si era incozzata col suo naso.
"Scusami tanto, sai ero distratta e..." "e che...cavolo!" stava per sbottare. Invece lo folgoro' un'idea. Dovevano trovare degli aghi e sciogliere la rete. Chiesero ad un pino, ma no i suoi non erano adatti. Troppo sottili.
"Vado io a cercare!" E la bambina farfalla parti' alla ricerca di qualcosa di adatto al lavoro. Intanto i bambini andarono alla ricerca di qualcosa che potesse fare da scala. Trovarono un albero mezzo caduto che faceva proprio al caso loro. Insieme lo trasportarono e appoggiarono a Trappo Lino. Che tanto ino poi non era.
Si prospettava un bel lavoro.
Dopo un po', la bambina farfalla torno' seguita dal bofonchiare di un porcospino che si era prestato a dare una mano, pardon, una spina.
Il primo bambino ne prese una. E poi il secondo e la terza e la quarta e il quinto e...
"E poi finiscono!" sbotto' il generoso porcospino scuotendo le orecchie.
Armati del giusto strumento, i bambini si misero di gran lena a sciogliere i nodi della rete liberando anche papaveri, spighe, e altri fiori che erano rimasti impigliati. Ognuno, poi, recupero' i suoi giocattoli.
"Ed e' per questo, cari miei, che alcuni membri della mia famiglia nascono senza spine." Concluse il porcospino.
ACULEI sentenzio' il piccolo si chiamano ACULEI
Noticina - I bambini fiorentini hanno probabilmente capito di che posto si tratta. No? Allora anche voi chiedete alle vostre famiglie di fare una bella passeggiata nei dintorni di Firenze. Di buona lena che c'è da salire!

SETTEMBRINO
I mesi passarono.
Alle 12 24 il gallo, stizzito, rilancio' il suo canto. Apri' gli occhi. Sbadiglio'. Provo' a rigirarsi nel letto, ma poi decise di alzarsi. Indosso' la sua divisa nuova fiammante. Uniforme, avete ragione. Infilo' le scarpe bianche, rosse e blu che andavano perfettamente in tinta coi pantaloni blu e rossi a rigoni e lo stemma di famiglia sulla schiena. Da ginnastica, bambini, da ginnastica che codesti sono principi dei tempi moderni.
Poi, Settembrino mise il naso fuori dall' uscio e fece qualche passeggiata fra un' ala e l'altra del castello. Avanti e indietro indietro e avanti. Ma anche fuori si annoiava. Un merlo gli si poso' sulla spalla e i due fecero amicizia. Si raccontarono un po' di cose.
Quasi dimenticava. Merlotto gli disse della Principessa.
Il nostro fu subito incuriosito. Una sorella. Non aveva mai avuto una sorella. Doveva essere bello. Come potevano fare? Solo le rane li potevano aiutare. Si fece portare alle grotte. "Cra cra cra cra cra cra eccoli qua"
" Cra cra cra cra cra cra Che volete da noi di qua?" "Liberare la principessa" risposero all'unisono. "Cra cra cra cra cra cra chiedere a lei dovrete e poi trovare..." E si ritufarrono in un solo splash.
Merlotto e Settembrino si incamminarono e andarono all'albero.
Un po' impacciato, il principe parlo' alla Principessa. Intanto, una merla li occhieggiava nascosta fra le foglie. L'albero rispose.
"Voi cercate quel che ho fra le foglie trovarla voi dovete e poi..."
"Come mi posso arrampicare?" domandò il Principe. "Son qua io." E subito Merlotto si mise a saltellare di ramo in ramo.
Poi qualche ora dopo se ne usci' tutto arruffato e anche un po ' stizzito. Mise il becco fuori e stava per sbottare, quando improvvisamente si trovo' seduto sulla spalla della Principessa occhietti negli occhietti. La merla appoggiata sulla spalla di Settembrino. Convolarono, potete ben dirlo a giuste nozze, poi salutarono i due e se ne andarono al torrione.
Il principe e la principessa tornarono al castello.
Come come come come come come? Voi lo avreste risolto alla prima storia? Cimentatevi dunque. Salite verso piazzale Michelangelo e intanto cercatele le grotte!
